Dragon Ball - Storia di Padre e Figlio

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view post Posted on 3/7/2013, 17:05
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Mostrerò loro un mondo senza di voi, un mondo senza regole e controlli, senza frontiere e confini. Un mondo in cui tutto è possibile

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Salve a tutti! Questo è un mio vecchio lavoro ripreso alcuni giorni fa.
E' una Fan Fiction composta da 14 capitoli di piccola-media lunghezza. E' la mia seconda Fan Fiction e ci terrei a avere una vostra opinione. Spero possa piacervi!

Buona lettura!

Dragon Ball


Storia di Padre e Figlio



Capitolo 0 - Prologo
"Sei diventato una minaccia figlio mio, purtroppo sei diventato un mostro e subirai lo stesso destino di Kakaroth e dei suoi amici, mi spiace ma devo" pensava tristemente un uomo, Paragas il padre del "mostro".
"Non mi resta altro da fare, addio" fece come se parlasse col figlio che non era lì.
Pronunciate queste difficilissime parole, si diresse verso una navicella Saiyan monoposto già pronta a decollare.
'Ormai manca poco all'impatto, devo fare in fretta' pensava Paragas mentre entrava nella sua navicella.
Chiuso il portello e comodamente seduto, era pronto al decollo, quando...
"Dove pensavi di andare, eh?" fece una voce con tono a dir poco minaccioso.
"Io mi stavo preparando per fuggire insieme a te figliolo" si difese Paragas, ormai impaurito.
"Con una navicella monoposto?" domandò retoricamente il figlio
"Oh beh io..." borbottava il padre.
Il figlio non fece caso al padre e sollevò di peso la navicella col padre all'interno e cominciò stritolarla come fosse una lattina.
"E' così che deve finire? Venire ucciso dal proprio figlio" pensava Paragas nelle sue atroci sofferenze.
La navicella venne poi scagliata con una forza dirompente contro una enorme cometa e Paragas, in fin di vita e prossimo all'impatto mortale col corpo celeste, in quei pochi secondi che lo separavano dalla fine, rivide tutta la sua vita passata col figlio...

Questa è l'affascinante storia di Paragas e di Broly come non l'avete mai letta.


Capitolo 1 - Broly, figlio di Paragas
Un Saiyan era nato, era l'anno 737.
"Si chiamerà Broly" disse Paragas.
"Un bel nome" rispose la madre, Nakira, che rimase a letto ancora un pò.
"Nakira, io vado con i medici ad accompagnare Broly nel suo lettino, voglio vedere che livello di combattimento ha nostro figlio" disse Paragas, che subito dopo lasciò la sala parto.
Percorsero un corridoio, lungo almeno una dozzina di metri, pieno di porte. Da una di queste uscì un'altro Saiyan. Aveva una tuta blu scuro con un'armatura verde e nera e alle braccia degli scaldamuscoli rossi e i capelli all'aria. Anche lui quel giorno ebbe un figlio.
"Ciao Bardack, auguri per il bambino" fece Paragas.
"Tks, un livello di appena due, che me ne faccio" rispose aspramente Bardack, che se ne andò in missione con la sua squadra sul pianeta Canassa.
Broly venne sistemato in un lettino alla cui destra vi era una bambino, con i capelli uguali a quelli di Bardack, che piangeva ininterrottamente. 'Kakaroth' c'era scritto sul lettino.
"Il figlio di Bardack, eh? Un tipo assai agitato!..." pensò Paragas "... Beh, dovrà smettere, quindi puoi stare qui Broly".
Dopodiché Paragas fece per andarsene, ma prima pigiò un tasto sul suo Scouter per misurare il livello di suo figlio. Non credette a ciò che vide quando lo misurò.
"N.. Non può essere, dev'esserci un guasto, andrò a cambialo" disse, deluso dal malfunzionamento dello Scouter.
Tornò dopo un po con un altro Scouter e ritentò.
"Non ci posso credere, diecimila..." disse stupefatto "...mio figlio ha un livello di diecimila".
Entrarono i medici per assistere i neonati e "misurarli", quindi Paragas uscì dalla stanza.
Non se n'era accorto ma era già sera e tornò da Nakira. Nel frattempo, in quella stanza...
"Guarda, quello è il figlio di Bardack, ha un livello di appena due" disse il primo medico.
"E guarda quello accanto, un livello di diecimila. Incredibile" continuò il secondo medico.
L'indomani, la notizia che il neonato Broly avesse un così alto potenziale fece il giro della città e, di conseguenza, nel Palazzo Reale, al cui Trono sedeva Re Vegeta.


Capitolo 2 - L'Ordine di Re Vegeta
"Non possiamo rischiare che la leggenda del Leggendario Super Saiyan si realizzi, sarebbe troppo pericoloso. Chiamate Paragas e conducetelo al mio cospetto" ordinò Re Vegeta, una volta venuto a conoscenza della vicenda.
"Immediatamente" fece un suo servitore.
Paragas, nel frattempo, stava riposandosi, dopo un allenamento con la moglie, che aveva lanciato una sorta di sfida.
"Diecimila, niente male come primo figlio, non sei d'accordo?" disse Nakira.
"Già, non me lo asp..." stava per dire, quando venne raggiunto dal servitore Reale.
"Paragas, è atteso al cospetto di Re Vegeta immediatamente" disse fermamente.
"D... D'accordo" fece Paragas, colto alla sprovvista. "A dopo, Nakira" disse, e seguì il servitore. Purtroppo non sapeva che quella era l'ultima volta che la vedeva.
Arrivati al Palazzo e, successivamente, alla Sala del Trono, l'attendeva il Re.
"Salve Paragas" salutò.
"Saluti a Voi, mio Re" fece, inchinandosi.
"E' giunto alle mie orecchie che tuo figlio ha un potenziale pari a diecimila" fece tranquillamente il Re.
"E' verissimo, e ne sono orgoglioso, mio Re" rispose.
"E non hai mai pensato che potesse essere il Saiyan di cui narrano le leggende" continuò il Re.
"Non vorrà dire il Leggendario Super Saiyan?" disse, cominciandosi ad agitare.
"Sì. Sai benissimo che non possiamo compromettere la sicurezza del popolo, pertanto dovrò ordinare la sua esecuzione" disse il Re.
A quelle parole, Paragas fu preso da un'inimmaginabile disperazione, cercando in tutti i modi di far cambiare idea al Re.
"La supplico, non lo faccia. Prometto che addestrerò Broly per metterlo al Suo servizio" continuava a dire, in preda alla disperazione e alla paura. Ma, nonostante le ripetute suppliche, il Re rimase impassibile, anzi...
"Sono stufo dei tuoi piagnucolii" disse il Re, avvicinandosi a Paragas e adagiando la propria mano allo stomaco di Paragas. "Addio" disse, e dalla sua mano scaturì un raggio viola che trafisse il Saiyan, che venne scaraventato a metri di distanza.
"Tu!" fece il Re, aspro a causa della vicenda.
"Sissignore" rispose il servitore.
"Vai a cercare questo Broly..." disse, e consegnò un pugnale al servitore "... e uccidilo".
"N... Non farlo. T... Ti prego, n.. non farlo" faceva Paragas, steso a terra e sofferente.
"E portate Paragas 'al suo destino' " disse il Re.
'Al suo destino' era così che al Re piaceva chiamare il luogo in cui venivano gettati i corpi, vivi (e in quel caso, morenti) o morti, di coloro che erano stati condannati a morte.
Fu così che, quella notte, il servitore si recò da Broly, lo prese per un piede e, mentre il piccolo piangeva, lo pugnalò e, successivamente, lo gettò 'al suo destino'.
Padre e figlio si ritrovarono buttati via come fossero spazzatura. Il caso volle che qualche sera dopo, Freezer giungesse inatteso sul Pianeta Vegeta. Pochi Saiyan videro il mal ridotto Bardack andargli incontro. Dopodiché, dall'astronave di Freezer, si formò un'imponente sfera arancione che venne scagliata sul pianeta, provocandone la distruzione. Ma la sorte riservò a Paragas e a Broly, sofferenti ma vivi, un destino differente.


Capitolo 3 - Sopravvissuti!
Il pianeta cominciava a disfarsi, grossi squarci, che s'ingrandivano sempre più, v'erano sulla sua superficie. In quel momento Broly, ridestatosi, riuscì in un'impresa impossibile per la sua tenera età.
Pochi secondi prima dell'esplosione del pianeta, Broly afferrò il braccio del padre, che era accanto a lui, e si librò in aria, trascinando con se il padre. Come se ciò non fosse già davvero stupefacente, riuscì anche a creare uno scudo d'energia che li avvolgeva. Poco dopo, il pianeta esplose e l'onda d'urto scaraventò entrambi nel Vuoto.
Vagarono nello spazio per quella che parve loro un'eternità, ma Broly resisteva e tenne lo scudo. Dopo circa tre giorni dalla distruzione del loro pianeta natale, lo scudo venne attratto dalla forza di gravità di un pianeta. Cominciarono a precipitare e, in poco tempo, acquisirono una notevole velocità. L'impatto fu inevitabile, seppur non mortale, e svennero. Quando si risvegliarono, si ritrovarono in dei comodi letti, dentro una stanza che aveva tutta l'aria di essere di un ospedale. Erano stati medicati. A quanto pareva, quel pianeta non era stato conquistato da Frezeer, altrimenti sarebbero stati curati nella Vasche di Guarigione.
"Broly. Figlio mio, dove sei?" disse Paragas, ancora intontito.
"Oh, ti sei svegliato finalmente. Molto bene" disse qualcuno, che era in quella stessa stanza, ma che Paragas non aveva notato.
"Salve..." riprese "... sono il Dr. Shachi. "Dov'è tuo figlio chiedi? Sta bene, non preoccuparti. Al momento sta riposando".
"Bene" fece Paragas, rilassandosi.
"Come ci sono arrivato qui?" domandò.
"Ah sì. Vedi, tutto il villaggio vi ha visto. Vi siete schiantati nella foresta fuori dal villaggio. Naturalmente tutti sono andati a vedere cosa fosse accaduto, e hanno visto voi due. Vi hanno trasportato qui e adesso siete in perfetta forma".
"Bene" ripeté Paragas. "Ma dov'è 'qui' ?".
"Sei sul pianeta Minovel" rispose.
"Se lo desideri, puoi andare da tuo figlio. E' nella stanza qui accanto" riferì il Dr. Shachi.
Paragas, allora, si alzò, uscì dalla stanza e andò in quella accanto. Lì Broly dormiva in un piccolo lettino, tranquillo e sereno come non mai.
Una volta rimessi in sesto, Paragas cercò un luogo in cui vivere col figlio. Ne trovò uno a circa cento miglia dall'ospedale in direzione nord-est. La casa era in stato di abbandono, ma Paragas riuscì a renderla abitabile e comoda.


Capitolo 4 - I primi allenamenti di Broly
Alcuni giorni prima della distruzione del pianeta Vegeta, il figlio del Re, Vegeta, partì per un'altro pianeta che avrebbe conquistato per ordine di Freezer. Questo, Paragas, lo sapeva, quindi poteva ancora avere la sua vendetta contro la famiglia Reale. Nonostante ciò, Paragas decise che si sarebbe vendicato in futuro insieme a Broly, quindi, in attesa di quel giorno, rimasero sul pianeta Minovel.
Lì Broly crebbe con la guida del padre. Paragas cominciò ad allenare il figlio all'età di quattro anni.
"Broly, è arrivato il momento che tu ti alleni per diventare sempre più forte" disse Paragas un giorno.
"Ascoltami bene e fai come faccio io. Intesi?" fece Paragas.
"Sì, papà" fece Broly.
"Cominciamo dalle basi, siediti" disse Paragas. Si sedettero entrambi e incrociarono le gambe.
"Ascoltami bene, prima di tutto dobbiamo far uscire la tua Aura ma per farlo devi concentrarti e cercare di generare una sfera di energia... ecco così..." disse, mentre in una mano concentrava la sua Aura e generava una piccola sfera gialla "...e non preoccuparti se non ti riesce subito".
Il piccolo ci provò, tese una mano e chiuse gli occhi, e...
"Bravo Broly, ecco la tua Aura, il tuo Ki!" disse Paragas. 'Apprende molto più in fretta del previsto' pensò, e mentre lo faceva...
"Papà, guarda!" disse Broly. Tese la mano davanti a se, verso una roccia, e con una piccola sfera energetica la distrusse. Della roccia era rimasto solo il ricordo, ma al suolo un piccolo cratere.
'Non ho parole' continuava a dirsi Paragas.
Con la stessa, sovrannaturale, velocità di apprendimento imparò a levitare, a combattere e a non distruggere ciò che toccava, poiché, a causa della sua eccessiva forza, sgretolava le rocce al tocco.
Il tempo passava e Broly aveva già otto anni.


Capitolo 5 - Broly l'incontrollabile
A quell'età, Broly cominciò a mostrare segni d'irrequietezza, ma nessuno conosceva il perché. Era solito isolarsi per ore e pensare a chi sa cosa.
"Broly..." disse un giorno Paragas "...dovresti allenarti, altrimenti rammollirai. Su andiamo".
"No ne ho voglia" rispose il figlio.
Il padre non insistette, ma dopo settimane di inattività di Broly, notò qualcosa di strano: il livello del figlio aumentava continuamente.
Paragas ripensava continuamente alle parole di Re Vegeta E non hai mai pensato che potesse essere il Saiyan di cui narrano le leggende, suscitando in lui del timore.
'E se diventasse davvero incontrollabile?' pensava.
Alcuni giorni dopo Broly andò dal padre.
"Papà, vorrei allenarmi" disse.
"Era ora!" rispose Paragas.
I due si diressero in una pianura senza alberi, e iniziarono a combattere.
"Iniziamo" disse Paragas.
Padre e figlio si scontrarono a mezz'aria, liberando una notevole quantità di energia tale da deformare l'ambiente circostante. Dopodiché si passò agli attacchi energetici. A Broly bastava poco per scagliare una o due dozzine di piccole ma potenti onde di energia. Paragas, da parte sua, dovette impegnarsi molto per non rimanere colpito.
"Padre dovresti colpire, non fuggire" urlò Broly d'un tratto, e continuò a scagliare onde da tutte le parti.
"Figliolo fermati" gridò Paragas. Aveva infatti notato che il figlio si era scatenato, ma che non accennava ad arrestarsi.
'E non hai mai pensato che potesse essere il Saiyan di cui narrano le leggende' parole che risuonavano nella mente di Paragas.
"NO" rispose Broly "Ah ah ah ah ah".
"Devo fare qualcosa, altrimenti si mette male. Ma cosa fare?" domandò a se stesso Paragas, e poi la soluzione fu la più ovvia. Scattò verso Broly e gli sferrò un pugno sullo stomaco. Broly cadde al suolo e rimase li steso per alcuni minuti.
"Hai una potenza smisurata figliolo, ma devi ancora accurare la difesa" disse allo svenuto.
Alcuni minuti dopo, Broly si svegliò e si ritrovò il padre seduto accanto a mangiare.
"C... che cosa è successo? Perché qui è tutto distrutto?" chiese Broly.
"Ma come? Non ricordi? Sei stato tu e se non ti avessi fermato mi avresti ucciso. Figliolo hai un potere enorme, più unico che raro, ma non sai gestirlo, non sai controllarlo" disse il padre.
"Scusami, cercherò di non farlo più" disse tristemente.
" 'Non farlo più', ma è questo il punto. Non voglio assolutamente che tu ti reprima, dico soltanto che devi controllarti. Usare quel potere senza perdere il controllo".
"Ci proverò, diventerò potentissimo".
"Questo è lo spirito giusto" concluse Paragas.


Capitolo 6 - La trasformazione
Broly, giorno dopo giorno, si allenava controllandosi sempre più. Aveva raggiunto un livello pari a 55.000, un livello posseduto, in passato, da pochissimi Saiyan. Paragas assisteva agli allenamenti per vedere come agisse il figlio da solo, e non se la cavava male!
"Bravo Broly mi hai superato, lo sai?" fece Paragas.
"Dici sul serio? Non me lo credevo" rispose.
Giunta la sera, Broly e Paragas tornarono nella loro abitazione e cominciarono a cenare. Finito, uscirono all'aria aperta.
"Papà, mi hai detto che siamo stati inviati su questo pianeta, ma quando ritorniamo sul nostro?" chiese Broly, cogliendo alla sprovvista Paragas.
"Sapevo che un giorno o l'altro me l'avresti chiesto. Quando te lo dissi eri ancora piccolo e non potevi capire, ma ora ti dirò la verità. Comincerò dall'inizio" e raccontò di come il Re aveva ordinato la loro esecuzione dopo aver appreso che Broly avesse un potenziale di 10.000 e di come si furono salvati dall'esplosione.
"Io... Io ho fatto questo?" disse Broly.
"Sì".
"Ma perché il pianeta Vegeta esplose?" continuò Broly.
"Non ne ho idea" rispose.
"Eh, ricordo che lo stesso giorno in cui nascesti tu nacque anche il figlio del mio amico Bardack, se non ricordo male si chiamava Kakaroth" disse pensieroso.
Al pronunciare quel nome, Broly fu come se si fosse fermato a guardare la luna (che fortunatamente su Minovel non c'era) e nella sua testa apparvero diverse immagini di lui quand'era neonato. Vedeva un bambino che piangeva, e piangeva, e piangeva e se stesso come impaurito-infastidito tanto da fargli uscire una o due lacrime.
Il ricordo, per lui traumatico, fece scattare in lui un impeto di rabbia tale da farlo scatenare, ma non distruggendo l'area circostante, bensì accrescendo il suo potere. Giunto ad un limite sembrava quasi soffrire, come se non potesse liberarsi di tutta la sua rabbia. Ma poi, tutto d'un tratto, liberò tutta la sua potenza.
Trasportato dal vento tutto il polverone che si era creato, Broly apparve diverso, molto diverso.
Più muscoloso, capelli azzurri luminescenti, un'Aura verde e un livello incalcolabile, in quando lo Scouter di Paragas era esploso nel tentativo di misurare il livello del figlio.
Tenne quella forma per alcuni istanti, poi cadde a terra svenuto.


Capitolo 7 - Cos'era successo a Broly?
Passarono alcuni giorni prima che Broly, accudito da Paragas, si ridestasse.
Quando si svegliò era leggermente intontito, ma per il resto era tutto a posto. Paragas era uscito dalla stanza alcuni minuti prima e al ritorno vide Broly seduto sul letto.
"Finalmente..." cominciò il padre "...erano già tre giorni che dormivi, ne avrei abbastanza spero!"
"Ma cosa è succusso, l'ultima cosa che ricordo è che stavamo parlando del nostro pianeta e di qualcos'altro" fece lentamente Broly.
"Non ricordi cosa è successo? Eri cambiato, non eri più in te" disse il padre.
"Cambiato?"
"Sì, e di molto. I tuoi capelli erano azzuri, la tua forza incalcolabile e poi sei svenuto" spiegò Paragas, che pensava di cosa potesse trattarsi quel fenomeno, poi realizzò 'deve essere diventato il leggendario Super Saiyan, non vedo altre spiegazioni'.
"Bene ora riposati, riprenderemo gli allenamento domani" disse Paragas, che fece per andarsene per lasciare il figlio da solo.
"No padre, domani è tardi. Voglio allenarmi questo pomeriggio" disse Broly, che si era reso conto che era ancora mattina guardando fuori dalla finestra.
"Daccordo" rispose Paragas che se ne andò subito dopo.
La mattine trascorse lentamente per Broly che non riuscva a capire cosa fosse successo in lui, sapeva che qualcosa era cambiato, ma cosa? Sforzandosi di ricordare, apparve nei suoi ricordi un ragazzo simile a lui, ma che rassomigliava a quello descrittogli dal padre: capelli azzuri e una forza devastante.
Poi tornò indietro, pensano alla discussione dopo cena.
"Eh, ricordo che lo stesso giorno in cui nascesti tu, nacque anche il figlio del mio amico Bardak, se non ricordo male si chiamava Kak..." erano queste le parole che gli frullavano in testa, ma a chi apparteneva quel nome, anzi come finiva quel nome?
"Kak... Kak... non ricordo più nulla" fece tra se e se.
Paragas nel frattempo era fuori, nella foresta, a pensare la stessa cosa.
"Ma come può essere successo?" era la domanda a cui non trovava risposta e a cui rimuginava da tre giorni.
Stavolta però a qualcosa pensò, una probabile causa che avrebbe spiegato l'accaduto.
"Ricordo che da neonato dormiva accanto al figlio di Bardack, Kakarot si chiamava, e piangeva sempre. A qualunque ora io andavo a trovare Broly, Kakaroth piangeva. Probabilmente è rimasto come traumatizzato da quel pianto. Ma se anche così fosse, come può ricordare ancora quel nome? Aveva ancora meno di una settimana di vita. Tutto ciò è pazzesco". Una soluzione che apriva le porte ad un nuovo enigma.
"Deve essere stato un forte shock per ricordare ancora quel nome. Forse è meglio non nominarlo più" fece infine.
Era arrivato il pomeriggio.
Broly non aveva atteso il padre. Quando Paragas tornò, trovò il figlio mentre si allenava, dando calci e pugni ad altissima velocità di esecuzione.
"Vedo che hai già cominciato!"
"Sì, però volevo farti vedere una cosa, guarda bene" disse Broly.
Per qualche strana ragione, Paragas immaginava già di cosa si trattasse, ma...
'Pensavo si trasformasse, ma meglio così al momento' pensava Paragas, dopo aver compreso che il figlio voleva solo fargli vedere delle nuove tecniche di combattimento, che consistevano in precise sequenze di calci e pugni.


Capitolo 8 - Voglia di distruggere
Era notte fonda e Paragas non riusciva a dormire. Era poggiato sul tronco di un albero ancora scosso da ciò che era successo.
"Come può aver fatto una cosa del genere?" pensava Paragas mentre con la mano si teneva l'occhio sinistro. "Perché?" continuava di dire. Poi si guardò la mano, c'era ancora sangue."Come hai potuto?"
Quel giorno accadde l'impensabile, qualcosa che nemmeno nei sogni più oscuri degli abitanti del pianeta Minovel sarebbe mai potuta accadere.
Mentre Paragas era a caccia nella foresta, il giovane Broly si era dedicato ai suoi allenamenti.
Aveva appena finito di esercitarsi su pugni e calci e decise di superare il proprio limite aumentando la sua Aura. Le sue grida echeggiarono per centinaia di metri mentre la sua forza cresceva. Giunto al suo limite decise di andare oltre fino a quando...
"Bip, Bip..." lo scuoter di Paragas suonò, indicando una forza di 2.950.000. "Questo è Broly!!!" esclamò.
Ma subito dopo si rese conto che non c'era nulla di cui rallegrarsi. Infatti, dalla zona in cui venne rilevata quella forza cominciarono a sorgere mastodontiche nuvole di terra, come se ci fosse stata un'esplosione. L'espressione felice di Paragas si tramutò presto in folle preoccupazione.
"Deve aver perso di nuovo il controllo e adesso che riesce ad essere un Super Saiyan è ancora più pericoloso" pensava.
Giunto sul posto vide il figlio al centro di quello che sembrava un cratere. Broly notò l'arrivo del padre e con uno strano sguardo, come se fosse compiaciuto della sua opera distruttrice, fissò Paragas per un'interminabile secondo.
"Mfh" fece Broly che, avvolto nella sua Aura dorata, spiccò il volo.
Paragas non perse tempo e si mise sulle tracce di Broly, solo che Broly era molto più veloce del padre. Presto Paragas vide con i suoi occhi un'esplosione verde a non meno di dieci chilometri da lui e raggiunto quel punto vide distintamente Broly che osservava il proprio operato. Quando Paragas tentò di avvicinarsi, Broly si diresse in un'altra città a uno o due chilometri di distanza da dove si trovavano. Lanciata una piccola sfera verde, la città venne facilmente rasa al suolo. A questo punto Paragas afferrò Broly alle spalle.
"Broly fermati" gridava Paragas.
"NO!" disse una volta per tutte Broly che si scrollò il padre dalle spalle assestandogli una violenta gomitata sull'occhio sinistro.
Paragas urlava di dolore mentre il figlio rideva sadicamente.
Broly continuò così per ore e Paragas, sofferente, gli stava alle calcagna e ogni volta che provava a fermare il figlio, questi gli assestava violenti colpi allo stomaco e al petto.
"Basta così Broly, ora smettila" continuava invano e solo quando Broly si ritenne soddisfatto perse i sensi e cadde. Paragas con le poche forse che aveva, riuscì comunque a prendere il figlio in volo.
La loro abitazione era stata distrutta ma era l'ultimo dei loro problemi, quello che contava in quel momento era riposarsi. Passarono la notte nel bosco vicino all'ultima città distrutta.
"Non posso tenergli testa a lungo, oggi ho rischiato grosso. Ma forse ho trovato la soluzione al problema".


Capitolo 9 - La soluzione
Quella notte Paragas non chiuse occhio, ancora troppo scosso per l'accaduto.
"Ci deve pur essere un modo per tenerlo a bada, non può andare avanti così. Mio figlio deve essere calmato a qualsiasi costo". Continuò a pensare ad una probabile soluzione, alcune erano impossibili da realizzare, altre troppo complicate.
"Come posso fare? Non posso tenergli testa a lungo, oggi ho rischiato grosso..." poi giunse improvvisamente un'idea "...ma forse ho trovato la soluzione al problema" disse tra se e se.
La mattina seguente Paragas sollevò Broly che era ancora svenuto e lo portò con se. Lo mise al riparo da eventuali pericoli e si diresse in una città.
"Ciò che cerco non è qui" si disse e si diresse in un'altra città. Appena giunto chiese informazioni alla gente.
"Ah si è nel posto giusto..." gli rispose un abitante del luogo "...giri alla terza a destra e di fronte lo troverà".
"La ringrazio"
"Di nulla, si figuri"
Seguite le indicazioni, trovò ciò che cercava.
Era uno studio medico e un'insegna riportava il nome del dottore scritto con strani segni.
"Cerco il dottor Nishiba" disse appena entrato.
"Sono io!" disse una voce alla sua sinistra. Era uno strano personaggio, sembrava un polipo viola con un cappuccio "... e per l'appunto io non sono un dottore ma uno scienziato".
"Bene voglio che mi faccia due cose per me. La prima: costruiscimi un'astronave, sono stufo di questo posto; la seconda: voglio un dispositivo mentale per tenere sotto controllo una persona. Voglio che tutto sia pronto fra un mese, altrimenti saranno guai" e mentre con la mano destra teneva lo scienziato, con la sinistra formò un piccola sfera di energia blu, dopodiché chiuse la mano formando un pugno e piccola sfera scoppiò come fosse un palloncino, ma senza il botto. "Credo di essere stato abbastanza chiaro, ci si vede".
Non appena Paragas volò via, il povero Nashiba restò esterrefatto per molti minuti, ma poi temendo per se il peggio, cominciò e eseguire gli ordini.
Broly riprese conoscenza tre giorni dopo. Non ricordava nulla se non urla indistinte, forse le urla delle sue vittime.
Quel mese passò in fretta e Paragas ritornò dallo scienziato.
Con voce leggermente tremante lo scienziato mostrò a Paragas i frutti pel suo lavoro "Andiamo per ordine..."
"Beh devo dire che mi hai sbalordito, chi l'avrebbe mai detto" questo fu il commento di Paragas alla vista della sua astronave. Era gigantesca, aveva la forma di un uovo ed era praticamente impenetrabile.
"E' costituita da una speciale lega che la rende resistente perciò anche se urtaste dei meteoriti non si farebbe neppure un graffio" spiegò Nashiba.
"Bene, davvero un bel lavoro, e adesso il dispositivo..." fece Paragas.
"Eccolo qui" disse mostrando quella che sembrava una coroncina d'oro.
"Mi prendi in giro?!" fece Paragas con una nota di rabbia nella voce.
"Oh non mi permetterei mai. E' uno speciale dispositivo per il controllo e il mantenimento della mente".
"Mantenimento?" disse Paragas, che non afferrò immediatamente il significato.
"Oh si ecco vede, quando un mese fa lei parlò di tenere sotto controllo una persona ho capito subito che era per controllare il potere di una persona".
"Hai fatto centro, come ci sei arrivato?"
"Mi è sembrato più che una semplice coincidenza che un uomo venisse a chiedermi un dispositivo del genere la mattina dopo che ben diciotto città sono state distrutte misteriosamente" disse.
"Mh, perspicace" fece Paragas.
"La ringrazio! Comunque della coroncina non se ne fa niente se lei non usa questo" e mostrò una specie di bracciale.
"Se non l'ha notato, le faccio vedere che sia al centro di questo bracciale che al centro della coroncina c'é una gemma verde" disse lo scienziato.
"E quindi?" fece Paragas.
"Quando vuole controllare o mantenere il soggetto che indosserà la coroncina, tutto quello che dovrà fare è puntare la sua gemma contro quella della coroncina".
"Molto bene..." disse Paragas che poi aggiunse "...siccome ho visto che lavori molto bene, ti propongo di lavorare per me sull'astronave e visto che oggi sono magnanimo ti permetto di portare la tua famiglia e altri scienziati per lavorare. Verrò domani per avere la risposta" e tornò da Broly.


Capitolo 10 - Operazione Vendetta
Il giorno dopo Paragas e Broly erano pronti per lasciare il pianeta Minovel, ma per farlo dovevano andare da Nashiba, che li attendeva.
Una volta arrivato, Nashiba dichiarò di voler andare con Paragas e Broly.
"Sei davvero curioso, lo sai? E pensare che la prima volta ti ho minacciato" fece sarcastico Paragas.
"Oh non è niente, noi scienziati veniamo presi sempre di mira da qualcuno, non è la prima volta" disse Nashiba, poi continuò "Ma non è mai accaduto che qualcuno mi proponesse di viaggiare".
"Non porti nessuno con te?" disse Paragas.
"Sono già dentro l'astronave ad aspettarci. C'é una squadra di quindici scienziati che ha accettato di venire, mentre la mia famiglia ha preferito restare qui."
Ultimati i preparativi, Nashiba fece decollare l'astronave e in meno di un minuto si ritrovarono già nello spazio aperto.
"Nashiba, seguimi" fece improvvisamente Paragas.
"Subito".
Paragas portò lo Nashiba lontano dagli altri scienziati e da Broly.
Mentre Paragas e Nashiba parlavano, Broly si mise a curiosare in giro facendo a volte delle domande su cosa fossero certi dispositivi.
"Avete lavorato anche voi per realizzare questa astronave?" disse incuriosito il giovane.
"Non sempre, Nashiba solitamente preferisce lavorare da solo, ma da un mese circa ha cominciato a richiedere sempre più, come dire, aiuto o se preferisci, delle dritte" rispose uno scienziato.
Immediatamente dopo tornarono Paragas e Nashiba.
"Ok, non dovrei impiegarci tanto a localizzarlo. Mh, forse è meglio che porti qualcuno con me per le ricerche".
"Fai pure come vuoi" rispose Paragas.
"Vado a riposare" disse Broly.
"Va bene" fece il padre.
Quando Broly se ne andò, Paragas chiese a Nashiba quando sarebbe stato il momento migliore per far indossare al figlio il dispositivo mentale.
"Non c'é ne di bisogno al momento, qui non può allenarsi e di conseguenza non può sfogarsi. Direi che il momento migliore sarebbe quando atterriamo su qualche pianeta. Sì è la cosa più giusta da fare" poi aggiunse "Ora è meglio che vada a cominciare le ricerche. Con permesso!" e se ne andò.
Dalla loro partenza per lo spazio erano già passate cinque settimane e quel giorno Nashiba si diresse da Paragas con delle novità.
"Abbiamo localizzato un pianeta che fa al caso nostro. Secondo i nostri calcoli, tra diciotto anni dovrebbe scontrarsi con una gigantesca cometa".
"Diciotto anni, eh? Beh la vendetta è un piatto che va servito freddo ma soprattutto lentamente. Presto avrò la mia vendetta" fece Paragas tra se e se.
"Allora che ne dice?"
"Dico che hai svolto un lavoro eccezionale, non avrei desiderato di meglio. Allora è deciso, dirigiamoci lì".
"Procedo subito. Prevedo un atterraggio su quel pianeta tra non meno di sedici giorni".
"Eccellente!" pensò Paragas.
Durante questi sedici giorni, Paragas non pensava ad altro che non fossero i dettagli del suo piano di vendetta.
"Signor Paragas ho gli ultimi aggiornamenti riguardanti le condizione del pianeta" disse Nashiba al tredicesimo giorno.
"Di pure, ti ascolto"
"Sembra che il pianeta non sia più abitato, ci sono solo città abbandonate" informò Nashiba.
"Tanto meglio, almeno non dovremo perdere tempo con massacri e sottomissioni. Vuol dire che cercheremo la 'mano d'opera' altrove" disse Paragas con noncuranza.
I restanti tre giorni passarono velocemente e la previsione di Nashiba si rivelò esatta, così atterrarono.
Era un pianeta disabitato e disastrato, proprio come detto da Nashiba.
Viste le condizione del pianeta, Paragas cominciò a spiegare le prime operazioni.
"Questo posto é l'ideale per costruire un Palazzo Reale, esattamente in cime a quel dirupo" disse indicando il dirupo in questione.
"Bene, adesso che sappiamo come e dove lavorare, serve solo un esercito e la schiavitù" spiegò Paragas.
"Vede quel pianeta lassù, è il pianeta Shamo. So che è un pianeta molto popolato e gli abitanti potrebbero fare al caso nostro" disse Nashiba.
"Già, ottima idea..." disse sorridendo Paragas "...dirigiamoci lì. Con un solo viaggio porteremo all'incirca tre forse quattro centinaia di schiavi".
"Signore non si dimentichi il dispositivo" gli ricordò Nashiba.
"Per il momento non c'é fretta, qui può distruggere quel che vuole" rispose semplicemente Paragas.


Capitolo 11 - Il Pianeta degli Eserciti
Schiavizzare la popolazione di Shamo è stato tutt’altro che complicato, Paragas e Broly impiegarono soltanto un giorno e portarono con loro più di trecento schiavi. Erano delle creature basse, di colori differenti e con un animo pacifico e l'arrivo dei conquistatori fu per loro una disgrazia inaspettata. Non venne risparmiato nessuno, a bordo dell'astronave vennero caricati anziani e bambini.
Giunti sul pianeta destinato agli schiavi, vennero dati ordini.
"Miserabile spazzatura ecco cosa siete voi. Da adesso lavorerete giorno e notte senza sosta e ecco cosa farete nei prossimi diciotto anni: Entro i primi due anni voglio che venga costruito un Palazzo Reale in cima a quel dirupo e poi, successivamente, voglio che facciate in modo che nel raggio di 5 chilometri sorga una foresta, una verdeggiante foresta, avete capito? Ah un'ultima cosa, godetevi questi primi giorni perché stiamo creando un esercito Reale che tra i suoi compiti avrà anche quello di sorvegliarvi costantemente. Bene adesso... Buon Lavoro! Ah ah ah ah ah!!!!!!!!" e andò da Nashiba.
"Nashiba andiamo a cercare un esercito, fa comodo mi capisci, vero?"
"Certo".
"Non è che per caso conosci un pianeta in cui ci sia ciò che faccia a caso nostro?"
"Io non saprei, posso parlarne con i miei colleghi" disse Nashiba che subito dopo si allontanò.
'Tutto procede a gonfie vele, che meraviglia' pensava Paragas.
Nashiba tornò da Paragas dopo circa dieci minuti e portò buone notizie. A quando pare un suo collega conosceva bene un pianeta che vende eserciti.
"In che senso vende eserciti? E' uno scherzo?"
"No affatto! Ma per noi non è un grosso problema, possiamo sempre prelevare quando serve a Shamo" disse Nashiba.
"Daccordo".
Tornarono nell'astronave e si diressero nuovamente a Shamo e obbligarono gli abitanti a consegnare loro tutto ciò che possedevano, oltre naturalmente a ripulire le loro banche.
"Chi l'avrebbe mai detto che avrei dovuto fare il ladro un giorno?" fece ridacchiando Paragas.
Ad ogni banca o attività a cui Paragas rubava diceva sempre "La fine della vostra economia un piccolo prezzo da pagare per farne sorgere una nuova!" e spariva.
"Abbiamo riempito la stiva di preziosi e robe varie, credo possano bastare" disse Nashiba dopo che Paragas tornò con l'ultimo bottino.
"Adesso partiamo alla volta di Sheken, il Pianeta degli Eserciti. Ci vorrà una settimana per arrivare lì" disse Nashiba.
Otto giorni dopo arrivarono a destinazione.
"Ah che iella, se non ci fosse stata quella tempesta di asteroidi saremo arrivati ieri" si lamentò uno degli scienziati.
"Non fare così, in fondo è stato un nostro piccolo errore di calcolo e poi è stato solo un giorno, non è così grave" disse Nashiba.
"Adesso dobbiamo raggiungere la capitale ,Rosky, che secondo il radar è a ventisette chilometri a sud sud-ovest da qui.
"Ottimo, andiamo" comandò Paragas che fu il primo a spiccare il volo, seguito da Nashiba con il suo jet monoposto.
Era un bel pianeta: il cielo era di color rosso e le città caotiche, dovunque erano visibili foreste con alberi le cui foglie erano blu, rosse e raramente verdi. Viste dall'alto, le foreste sembravano macchie colorate mescolate e non rare erano le volte in cui le foglie rosse di alcuni alberi si confondevano con le gialle di altri alberi, creando, per chi guardasse da lassù, un arancione stupendo. Tale mescolanza di colori creava effetti davvero unici, tanto unici che per trovare un'altro pianeta con caratteristiche simili, si doveva viaggiare per anni nello spazio alla stessa velocità massima dell'astronave di Paragas.
"Eccoci arrivati, quella è Rosky la capitale" informò Nashiba dal suo jet.
Dall'alto, la prima cosa che spiccava della città era un'imponete costruzione al centro della città ed era lì che gli eserciti venivano acquistati e venduti.
Appena entrati sembrava essere un albergo con tanto di reception all'entrata.
"Desidera" fece la donna.
"Vorremmo acquistare un esercito" dichiarò Paragas
"Di quante unità?" chiese la donna.
"Quando viene a costare una unità?"
"Ho capito è la vostra prima volta, beh un'unità è composta da cento soldati e viene a costare cento mila Danez, indipendentemente dal luogo in cui viene effettuata la consegna"
"Come immaginavo..." disse Nashiba a Paragas "...nella stiva dell'astronave ho stimato che i preziosi valgano all'incirca ventitre milioni e mezzo di Danez".
"Credo che abbiamo esagerato. ma non per forza dobbiamo spenderli tutti".
"Senta è possibile pagare con dei preziosi?"
"Naturalmente" fece la donna.
"Allora è fatta. Faccia arrivare cinquanta unità a queste coordinate. Sono di un pianeta che si trova a una settimana di viaggio".
"Bene, quindi sono altri dieci mila Danez per le spese di spedizione, dato che la consegna è su un'altro pianeta" aggiunse la donna.
"Non c'é problema" disse Paragas.
"L'esercito arriverà tra quindici giorni assieme ad un nostro collaboratore che riscuoterà la somma in denaro".
"Allora noi possiamo anche andare, buona giornata" disse Paragas.
Tornati all'astronave, decollarono per il loro pianeta.


Capitolo 12 - Diciotto anni dopo
Sono trascorsi i diciotto anni e all'impatto con la cometa manca poco più di due mesi.
In questo lungo periodo Paragas ha ottenuto diverse informazioni da Nashiba. Una delle più incredibili gli è giunta due anni fa, quando Nashiba lo informò che due anni prima Freezer era stato sconfitto da un Saiyan e che era stato lo stesso Freezer a distruggere il pianeta Vegeta. Ma la cosa che più lo elettrizzava era la possibilità di conquistare il più bel pianeta dell'Universo, un pianeta situato nella Galassia del Nord: la Terra.
A dir la verità non è stata una scoperta recente, Nashiba la incrociò nel suo computer dopo qualche mese dall'arrivo su Neo Vegeta, in nome che aveva dato al suo pianeta.
Paragas e Broly, ormai adulto, sono in viaggio per lo spazio diretti rispettivamente nella Galassia dell'Est e nella Galassia del Sud, a conquistare pianeti in attesa del momento giusto per attuare il piano.
Paragas era nella sua navicella Saiyan e ricordava il giorno in cui mise al figlio il dispositivo mentale.
In quell'occasione, Paragas entrò nella stanza in cui riposava Broly.
'Stai diventando pericoloso figlio mio...' pensò Paragas "...lo faccio per il tuo bene'
Non appena l'ombra di Paragas coprì gli occhi del figlio, questi si svegliò.
"Cosa cerchi di farmi padre?" disse con tono calmo, ma subito dopo "AHHH?" urlò.
Fu difficile per Paragas mettere il dispositivo nella fronte di Broly ma alla fine ci riuscì e attivando il dispositivo, Broly fu calmato.
"Adesso che siamo diretti in due galassie differenti, cosa succederà" diceva a se stesso.
In effetti le preoccupazioni di Paragas erano fondate infatti...
Non appena Broly posò il piede in un pianeta della Galassia del Sud, cominciò a fare strage di civili. Poi si levò in aria e si trasformo in Super Saiyan, lanciando poi colpi energetici a caso. I guerrieri di ogni pianeta non avevano neanche il tempo di rendersi conto di cosa stesse succedendo, che il loro pianeta veniva distrutto.
Distrutte alcune centinaia di pianeti, Broly aumentò a dismisura il suo potere. Ad ogni secondo aumentava sempre più, sempre di più fino a quando... si trasformò.
Era irriconoscibile. I suoi capelli erano tesissimi come il guscio di un riccio e di un colore giallo-verde luminescente, la sua muscolatura raddoppiò e la sua potenza era inimmaginabile. L'intera Galassia del Sud tremò e poco tempo dopo... non esisteva più la Galassia del Sud. Broly, il Leggendario Super Saiyan, aveva distrutto un'intera galassia.
Broly e Paragas rientrarono nel loro pianeta un mese prima dall'impatto.
"Nashiba, serve un'altro dispositivo per Broly, quello vecchio l'ha distrutto".
"Obbedisco" rispose Nashiba.
'Un'altra volta' pensò Paragas, ricordando quello che accadde mentre cercava di mettere il primo dispositivo a Broly.
L'indomani il dispositivo era pronto e Paragas dovette ripetere quella stessa operazione di anni prima, solo che stavolta Broly non si era svegliato.
"Nashiba voglio l'astronave pronta per domani mattina. A bordo voglio te e cento soldati. Destinazione: Pianeta Terra".
"Tutto quello che dobbiamo fare è convincere il figlio del Re Vegeta a venire qui, lasceremo che la cometa faccia il resto. Finalmente dopo questi lunghissimi trent'anni avrò la mia vendetta sulla famiglia Reale, dopodiché conquisteremo la Terra! Ah ah ah ah ah!"


Capitolo 13 - Epilogo
Paragas stava per schiantarsi con la cometa e, prima di esalare l'ultimo respiro...
'E' finita... per me e per l'intero Universo. Ormai neanche Kakaroth può fare nulla..." e si schiantò con violenza tale di non accorgersi di nulla.
"Mfh, povero illuso, speravi di svignartela" disse Broly malvagiamente rivolto al padre.
"Ah, ma allora sei ancora vivo inutile insetto" fece d'un tratto Broly vedendo Goku ancora vivo "Vedo che la lezione non ti è bastata".
Il duro ed estenuante combattimento proseguì. Goku trasformato in Super Saiyan aveva ricevuto l'energia dai suoi amici tranne che da Vegeta, e per ciò Goku stava avendo la peggio.
"Vegeta dammi la tua Energiaaaaaaa" urlò Goku.
"Io non prendo ordini da Teeeeeee" rispose Vegeta a tono, ma sollevò la mano e trasferì la sua energia a Goku.
Un'improvvisa esplosione di forza scaturì da Goku che di colpo si ritrovò più potente del suo avversario. Un rapido scambio di colpi e Goku riuscì a sferrare un potentissimo pugno allo stomaco di Broly, avendo così la meglio.
"Kakarooooot" urlava disperatamente Broly.
"Le nostre energie hanno vinto!" gridò Goku mentre il pianeta veniva travolto dalla cometa.
Nello spazio, diretta verso la Terra, l'astronave di Paragas si riempì di colpo. Goku aveva vinto e prima dell'impatto portò in salvo i suoi amici e gli abitanti del pianeta Shamo, anche se il pianeta Shamo era stato distrutto da Broly durante il combattimento con Goku, Gohan e Trunks, usando il suo Teletrasporto.
Ma c'era una cosa che Goku e gli altri non sapevano... Broly era ancora vivo.


FINE



Edited by MatrixNeo - 12/7/2013, 11:46
 
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view post Posted on 3/7/2013, 17:39
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Gran Sacerdote

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CITAZIONE
Questa è l'affascinante storia di Paragas e di Broly come non l'avete mai letta.

Ottimo! *prende pop corn* Datemi il primo capitolo :(hehe):
 
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view post Posted on 3/7/2013, 18:29
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Mostrerò loro un mondo senza di voi, un mondo senza regole e controlli, senza frontiere e confini. Un mondo in cui tutto è possibile

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Vedo già dell'attesa, questo mi riempie di felicità.
Siccome sono corti, ne posterò non una bensì DUE!

Chi seguirà la storia riconoscerà alcune battute del film "Il Super Saiyan della Leggenda".
 
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Vegeth 90
view post Posted on 4/7/2013, 09:09




Ho letto al momento il prologo. E ben scritto, a mio parere.
Unica correzzione che ti consiglierei dal basso della mia ignoranza letteraria e qui:
""Dove pensavi di andare, eh?" fece una voce con una voce a dir poco minacciosa."

Qui ti potrei consigliare di mettere: "fece una voce con tono a dir poco minaccioso."

Una sciocchezza comunque, complimenti. Ora leggero i vari capitoli.
 
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view post Posted on 4/7/2013, 10:07
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Ops, non lo l'avevo notato! Grazie mille!

Edited by MatrixNeo - 4/7/2013, 11:43
 
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view post Posted on 4/7/2013, 18:37
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Broly non è un personaggio che apprezzo molto, o meglio, non ne apprezzo l'utilizzo che ne è stato fatto, ma la storia di Paragas e figlio l'ho sempre trovata affascinante e mi è dispiaciuto che nell'OAV dedito fosse riassunta in poche scene.

Questa è quindi una di quelle storie che vorrei disegnare e che voi mi proponete in forma di fan fiction.
Mi uccidete la salute, ma vi voglio sempre più bene.

Ora sono curiosa di leggere questo "tuo approfondimento".
La vita pacifica che sembra instaurata nel terzo capitolo non avrà lungo futuro xD
 
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Reiko_
view post Posted on 7/7/2013, 10:06




Uuuh, interessante, complimenti!
Purtroppo dal cellulare riesco difficilmente ad aprire tutti gli spoiler (anche se questo è il nostro modus-operandi di post), ma i primi capitoli sono resi bene e la storia ripercorre tratti già noti e inediti.
Appena riesco a collegarmi da un pc leggo quelli che mi restano.
 
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view post Posted on 12/7/2013, 10:33
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Mi piace.
Hai un modo di scrivere sintetico, ma allo stesso tempo decisamente esplicativo, così che il lettore possa facilmente immaginare le scene e intuire i collegamenti tra ogni capitolo.

Anche se spaventato da Broly, Paragas rimane un saiyan nelle relazioni con esseri "a lui inferiori" e nel modo in cui ha organizzato la "civilizzazione" del pianeta.
Tutto 'sto casino e uno poi pensa all'OAV :(hehe):
 
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7 replies since 3/7/2013, 17:05   628 views
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