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Ciao a tutti!
So che non è il periodo migliore per certi messaggi, tuttavia... non ce la faccio più! E no, non è un "non ce la faccio più" da "basta, voglio farla finita e suicidarmi!", è qualcos'altro. Come ben sapete, più e più volte sono passato ad aggiornarmi sulla mia situazione, parlando di un periodo difficile, che non riesco a superare e quant'altro. L'ultima volta - mi pare fosse sabato scorso, quindi il 19 - avevo detto di essere riuscito a trovare una forza che mi potesse aiutare... e invece così non è stato, perché, alla fine, ora sono più addolorato di prima, è una situazione che non mi sento proprio in grado di superare e non penso supererò mai, di conseguenza, essendo per me un ostacolo insormontabile, non fa altro che nuocere a me stesso, alla mia personalità e al mio modo di relazionarmi cogli altri. Quale sia questo problema? Vi avevo parlato di "aver scoperto una grande verità che mi ha arrecato ulteriore dolore"... eh sì, un tempo credevo di essere io il problema: se la mia vita faceva così schifo era per colpa mia, mica per altro, più di una volta mi sono "flagellato" più del dovuto, autoaccusandomi e dandomi dell'incapace... magari in parte è vero; magari non sono più determinato come quando facevo le medie e gli altri spesso mi sputavano addosso e mi facevano sentire un rifiuto, nonostante io continuassi a sperare e a sforzarmi, però non credo nell'idea che la nostra vita sia condizionata solo da noi stessi: no, la vita non è condizionata nemmeno dal destino, e anche se ci fosse il tutto è o per cause naturale o per volontà degli uomini, ed è quest'ultima che accuso, l'insieme di situazioni, o comunque gli altri che a volte ci arrecano più disordine. Nel mio caso, non sono i miei compagni di scuola, né gli amici, né quelli che conosco, né tanto meno i miei insegnanti... no, il vero problema è la mia famiglia. E volete sapere perché? Perché loro non hanno fatto altro che impedirmi di essere felice. No, non mi hanno picchiato né allevato secondo saldi (e tremendi) principi da famiglia cristiana di stampo anni sessanta, mi hanno semplicemente fatto crescere con un senso di inadeguatezza che ancora mi tormenta. Lasciarsi il passato alle spalle è per me impossibile con questo senso che costantemente si ripresenta. Fino alle superiori non ho mai avuto amici, non sono mai uscito di casa se non per andare a scuola o al catechismo, sono cresciuto distaccato dagli altri, solo in famiglia perché loro erano troppo presi dai propri problemi, troppo concentrati a rovinarsi da soli e a non prestare attenzione ad altro. Il risultato: li odio tutti, non li sopporto, ci sono tensioni familiari in generale e mi sono rinchiuso nel mio mondo, cominciando a pensare di essere pazzo o di non essere compreso dal mondo. E gli altri parenti cosa dicevano di me? Che ero una brava persona! Una BRAVA persona! Io?! Cosa ho mai fatto per essere una brava persona, studiare e prendere bei voti? è così che si definisce una brava persona, per i voti che prende? E io che credevo che a scuola ti valutassero per quello che sai su quel determinato argomento e su come ci sai ragionare, mica per quanto vali... Di conseguenza sono ignoranti e stupidi coloro che, nonostante la voglia di imparare, arrivano con sacrifici a passare l'anno due o tre debiti estivi? E sono migliori coloro che, pur essendo le persone più antipatiche del mondo, esibiscono una pagella da dieci e lode? Che logica, signori, fatemelo dire, non fa una grinza... davvero! Eh no, una brava persona non deve necessariamente avere una bella pagella per essere ritenuta tale, ci sono tanti altri fattori, c'è così tanto da dare in questo mondo, la scuola non è tutto... ma io come faccio se mi sento inadeguato? Ci sono alcuni miei coetanei che sorridono appena mi vedono, altri che dicono che sono decisamente "inimitabile", ma pur accettandoli con piacere, mi sento ancora più addolorato nel sentirmi dire queste cose: non è modestia, è sempre inadeguatezza! Non ho più passioni: scrivere e disegnare sono sempre state le due attività cui ho dedicato me stesso, ma adesso tutto ciò che tocco mi fa schifo... dieci/venti minuti di disegno, quel che mi sembrava bello lo rigetto, allora gli do letteralmente fuoco, non me la sento nemmeno di stropicciarlo... un'ora a scrivere un passo del libro va letteralmente in fumo perché non mi piace, pur nonostante all'inizio ne fossi entusiasta Non esco quasi mai né sono sempre dietro a chattare, anzi, il pretesto che mi permette di scambiare due chiacchiere è quasi sempre scolastico, ma anche lì non riesco ad essere grato di quelle due parole che mi sono detto coi compagni, quasi avessi dei limiti che altri non hanno. Non sono nemmeno un gran conversatore. Va bene, lo ammetto, se mi scateno sono anche capace di tenere una conversazione, ma alle volte sono talmente passivo che non me ne frega sinceramente nulla degli altri, nonostante mi faccia piacere essere d'aiuto e spesso vorrei esserlo più del dovuto. Ma non sono menefreghista o incurante. Non voglio nemmeno fissarmi degli obiettivi: quando sono a casa o gioco alla play o sto al computer senza fare assolutamente nulla di che, non uso quel tempo, lo spreco e basta. Cosa c'entra tutto questo col senso d'inadeguatezza? Ebbene: - poiché mi sento inadeguato, non mi reputo più capace di avere o di sviluppare un talento; - di conseguenza, mi sento talmente piatto e privo di argomenti, il che mi crea solo problemi durante le uscite o nel mentre di una conversazione; - perciò, posto che non mi sento adeguato a questo mondo, non sento nemmeno la necessità di usare almeno una o due ore per fortificarmi in qualche modo o per fare qualcosa che mi stimoli a migliorarmi. Forse una ce ne sarebbe, quella che io definisco "la migliore e unica delle soluzioni possibili": andare in palestra. Più mi analizzo, più mi rendo conto che sono stressato. E più sono stressato, più ho sbalzi d'umore e più maturo perversi desideri come quello di dare fuoco alle cose o di abbandonare la mia carriera scolastica e rinchiudermi in me stesso. E tutto questo sempre per quel maledetto senso d'inadeguatezza che la mia famiglia ha contribuito a sviluppare in me. Allora perché vedo nella palestra l'unica "salvezza"? Perché sono debole, più che esteriormente soprattutto interiormente. Un'attività come la palestra non potrebbe che aiutarmi a migliorare da entrambi i lati. Perché mi serve un obiettivo che mi sproni ad uscire dal guscio e a superare l'inadeguatezza: se un traguardo difficile è raggiungibile, allora vuol dire che si può riuscire in tante altre cose, e che forse non si è così inadeguati nel mondo in cui si è stati inseriti. La palestra potrebbe aiutarmi in tutto questo e mettermi a dura prova. Non credo che stracciando fogli ogni due minuti o cancellando pezzi di libro ogni tre secondi possano aiutarmi a superare l'inadeguatezza, quello che cerco è un equilibrio, una stabilità che mi aiuti ad essere sereno. Perché eviterei di sprecare tempo: cogli studi, col mio tempo libero, e magari anche con la famiglia (ammesso che sia possibile). La palestra non ha paletti come negli sport di squadra, decidi tu quando e quanto (nel mio caso abbastanza, vorrei almeno tre/quattro giorni) e ti aiuta ad organizzarti meglio, perché sento che mi manca una vera e propria organizzazione. Ora vi chiederete: perché scrivo oggi che è Natale tutte queste robe? Beh, consideratelo un piccolo sfogo per una rabbia che in me sta crescendo e forse mi sta dilaniando. Oggi, che dovrebbe essere un giorno di festa, non lo è stato più di tanto: i parenti non accettano l'idea che in me stia cambiando qualcosa, che forse non sia così "perfetto" come mi descrivono? Non posso più accettarlo, che senso ha trattenersi? Mi sono arrabbiato e me ne sono andato, ora sono a casa da solo già da parecchie ore (dalle 14 circa) mentre loro sono là che festeggiano e che si divertono. In conclusione, non cerco proprio dei consigli e nemmeno compatimento (cioè non vorrei che sentendomi impersonare il ruolo della "vittima" pensiate a robe come "oh, poverino, mi dispiace tanto..."), perché di sicuro so anch'io di avere delle colpe e di non essere quel "perfetto" che sinceramente ripudio e guardo con disgusto, volevo solo condividere con voi quella che è solo una piccola parte di quelle emozioni che mi stanno tormentando negli ultimi mesi. Meno male che è Natale e si dovrebbe essere tutti più buoni o felici. No, quest'anno il Natale me lo sono rovinato e l'ho rovinato. Perché parlavo della palestra? Perché mi è stata promessa, era una cosa che chiedevo da tanto tempo - una delle poche cose che ho chiesto, a differenza di mia sorella, che tra amici e parenti è stata coperta di regali - una cosa che volevo per me e che credevo - e credo tuttora - che mi possa aiutare più di ogni altra cosa (soprattutto perché io non sono pazzo e non ho nemmeno bisogno di terapie o cretinate varie) a stare meglio con me stesso. Sono convinto di essere stato preso in giro... non che m'impegnassi tanto a scuola solo per poterci andare, eh, però speravo capissero in modo lampante che avessi dei problemi... non che dovessero essere tirato fuori con veemenza... a Natale, per giunta, tutti in famiglia... Perciò, se volete scrivere qualcosa, fatelo pure, che sia in positivo o in negativo, magari un confronto non può che farmi bene. Chiedo solo, alla fine di una probabile discussione, poi di rimuovere il topic, non me la sento di lasciare troppo pubblico un mio sfogo... ma non mi sentivo nemmeno in grado di tenermelo per me, soprattutto in un periodo in cui non posso di certo andare a rompere le scatole a quei pochi amici che ho e rovinargli le feste... sperando di non averle rovinate a voi, ovviamente! P.S. Ri-auguro comunque buon Natale e buone feste a tutti! |