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Premessa dell'autrice:
Buonasera lettori e lettrici, spero davvero che questa storia vi possa piacere, mi sono imbarcata in questo lungo viaggio oramai tanti anni fa, ma non avevo mai deciso di pubblicarla poiché incompiuta. In questi giorni, colta da una calda ventata d'ispirazione, ho deciso di continuarla e, diamine, mi sto appassionando davvero tanto! Questo racconto tratterà temi drammatici, introspettivi, malinconici, romantici e anche avventurosi! E' ambientato subito dopo la grande battaglia contro Majin Bu e si svilupperà in modo alternativo rispetto a Dragonball Super, almeno per quanto riguarda l'epoca del primo capitolo. Epoca? Ebbene sì, perché questa storia non è ambientata su un unico arco temporale. Siete curiosi? Beh, non vi resta che dare una sbirciatina al primo capitolo Buona lettura! Eevaa _____________________________________________ CAPITOLO 1 - RITORNO AL PASSATO Erano trascorsi diversi mesi dallo scontro con Majin-Bu, sulla terra aleggiava uno strano e armonico senso di pace. La tranquillità e la serenità era palpabile ed osservabile nella quiete con la quale ogni combattente della squadra Z affrontava le proprie giornate. Nessuno aveva mai smesso di completamente di allenarsi, ma non c'era affatto ossessione, fretta o paura nel migliorare sé stessi. Il piccolo Trunks stava diventando sempre più grande e sempre più simile al padre, l'orgoglioso principe dei saiyan. Dopo le mille peripezie subite, il sacrificio compiuto da Vegeta per poter salvare la terra e la grande battaglia contro Majin Bu, il loro rapporto era chiaramente divenuto molto più stretto e molto più intimo, nonostante il taciturno combattente faticasse ancora a dimostrarlo. Non era mai stato un padre affettuoso, Vegeta. Non era nemmeno stato un marito presente ma il suo cambiamento, da quando era giunto sul pianeta terra, era stato a grosso modo esemplare e di questo Bulma e Trunks erano stati i veri artefici. Entrambi apprezzavano anche il minimo gesto, il più faticoso sorriso abbozzato o anche una semplice attenzione da parte del burbero principe e ne facevano grande tesoro. Erano una famiglia strana ma incredibilmente unita, tutte le avventure tracorse ne avevano fortificato il legame. Bulma trascorreva le giornate a progettare nuove invenzioni, mentre Vegeta non si era mai sottratto all'allenamento quotidiano. Anche il piccolo dai capelli lilla non perdeva mai tempo e gustava intensamente i momenti di allenamento passati insieme a Vegeta e gli scontri amichevoli con l'amico più piccolo, Goten. Era un caldo pomeriggio di luglio quando, dopo una lunga serie di lotte sfiancanti, padre e figlio si radunarono in cucina per saccheggiare il frigorifero, sotto gli occhi esterrefatti di Bulma. Non che questo avvenimento fosse un'eccezione, ovviamente. «Non cambierete mai, voi saiyan. Possibile che abbiate sempre fame? La cosa che più mi sorprende è che non ingrassate mai!» sentenizò la donna dai capelli azzurri, appoggiandosi al ripiano di marmo della cucina con le braccia conserte. Gli anni sembravano non essere passati per lei, nonostante fosse oramai una donna matura all'anagrafe. Fisicamente era rimasta la stessa ragazzina che molti anni prima era salpata alla volta di Namek, proprio in quel luogo in cui aveva incontrato il suo principe per la prima volta. «Abbiamo semplicemente un metabolismo diverso da voi terrestri. Noi non ingrassiamo, mettiamo massa muscolare anche a causa degli allenamenti. A proposito, dovresti farlo anche tu, ti vedo gonfia» dichiarò il principe ingurgitando un tortino di riso, non sapendo che dando quel verdetto aveva appena segnato la fine della pace di quella giornata. Bulma diventò rossa come un peperone, stringendo i pugni rabbiosamente e abbozzando un sorriso da nevrosi. La quiete prima della tempesta, così la definiva Vegeta ogni volta che la moglie mostrava quella pacata e silenziosa pre-reazione. Inutile dire che l'ira della donna non ci avrebbe messo molto ad esplodere e scatenarsi come un tornado contro il principe, il quale però ignorò le sbraitate della moglie, mantenendo una perfetta calma e apparente indifferenza. «Sei uno scimmione! Un maleducatissimo ed esasperante gorilla!» continuò a gridare la donna sotto gli occhi divertiti del figlio «è inutile che fai finta di ignorarmi! Io so benissimo come fartela pagare, razza di primitivo! Io ti...» Le urla acutissime della turchina vennero però interrotte da un rombo fortissimo proveniente da fuori, che sussultare l'intera famiglia all'interno della cucina. «Cosa è stato, mamma?» domandò il piccolo Trunks mettendosi in posizione di difesa. «Andiamo a vedere!» rispose Bulma uscendo di corsa dalla cucina seguita dai due saiyan, i quali dovettero rimandare la loro abbondante cena. Non appena la porta automatica della grande casa rotonda si aprì, la scena che si presentò agli occhi della famigliola fu tutt'altro che pericolosa. Sia Bulma che Vegeta ci misero meno di un attimo a capire cosa stesse succedendo e, cessando di essere allarmati, tirarono un sospiro di sollievo. «È tornato!» Si poteva scorgere poco più in là un enorme macchinario giallo e verde, con quattro gambe meccaniche e una cupola semitrasparente alla sommità, il numero "1" disegnato in verde su un motore e una "c" cerchiata in nero sul lato. «Chi è tornato?» chiese il piccolo Trunks tirando con un manina la tuta del principe, il quale non rispose ma incrociò le braccia «papà? Papà? Chi è tornato? Eh? Papà?» «Fai silenzio un attimo, moccioso! E smettila di tirarmi» sbraitò Vegeta ammonendo il figlio, il quale assunse l' epressione arrabbiata, tipica del padre. Nello stesso istante, la cupola della navicella si spalancò, mostrando ai coniugi proprio ciò che si aspettavano di vedere. Un ragazzo alto e muscoloso dai capelli color glicine e i grandi occhi blu uscì dalla macchina del tempo sorridendo raggiante, subito afferrato dalla donna dai capelli turchini, la quale lo abbracciò con le lacrime agli occhi. «Ciao mamma!» sussurrò dolcemente il ragazzo, rispondendo all'abbraccio caloroso della madre, o meglio di sua madre in un'altra epoca. Il piccolo Trunks spalancò gli occhi esterrefatto, iniziando a tremare come una foglia. Gli assomigliava, aveva chiamato sua madre "mamma", appunto. Mille dubbi e mille domande si insinuarono nella mente del piccolo saiyan, il quale ebbe coraggio di parlare dopo aver deglutito sonoramente. «Come sarebbe a dire "mamma"? Tu sei mio fratello?» domandò Trunks attaccandosi poi nuovamente alla tuta del padre, il quale sbuffò scocciato. La donna dai capelli turchini si avvicinò al piccolo, inginocchiandosi per guardarlo negli occhi spiegandogli poi tutta la storia, con la calma e la pazienza con cui solo una madre avrebbe potuto fare. Ad ogni minimo dettaglio nel racconto, al piccolo saiyan si illuminavano gli occhi al solo pensiero di come sarebbe anch'egli diventato. Sarebbe divenuto uno dei combattenti più straordinari dell'universo, con la sostanziale differenza che non avrebbe dovuto affrontare tutte le difficoltà e le sofferenze del ragazzo del futuro. Ci vollero parecchi minuti prima che la sete di curiosità del piccolo Trunks si colmasse, ma ci volle ancor più tempo prima che l'entusiasmo frizzante e coinvolgente del bambino scemasse. «Forte! Quindi tu sei me da grande!» urlò il bambino, affascinato e fuori di sè. «Già! Sono proprio io... cioè, sono proprio te... cioè... oddio quant'è difficile!» sosprirò il grande Trunks portandosi una mano dietro la nuca iniziando a ridere per pochi secondi, divenendo poi incredibilmente più serio osservando l'uomo dallo sguardo accigliato in piedi di fianco a lui, rimasto in silenzio per tutta la durata del racconto. «Ciao papà» «Non ti vedo cresciuto, non ti sei allenato molto in questi anni» osservò il saiyan dai capelli neri a punta mantenendo il contatto visivo con il figlio del futuro. «Effettivamente no: dopo anni passati a dover combattere per sopravvivere mi sono rilassato. Ma voglio riprendere presto ad allenarmi ed è anche per questo motivo che sono qui» spiegò il ragazzo del futuro con gli occhi illuminati da una strana luce. «Ti allenerai con noi?! Che bello! Che bello!» festeggiò il piccolo iniziando a saltellare intorno a quello grande, il quale sorrise ma fece segno di no con la testa, spegnendo soltanto per un attimo l'entusiasmo irrefrenabile del bambino. Gli occhi azzurri del giovane si chiusero per un istante, come se stesse cercando dentro di sè il modo per iniziare un discorso piuttosto difficile. Vegeta e Bulma se ne erano senz'altro accorti, infatti si lanciarono uno sguardo interrogativo senza lasciar trapelare al figlio piccolo la loro perplessità. «A dire il vero potrei anche rimanere un po' ad allenarmi, ma non è questo il motivo per cui son tornato qui» «E quale sarebbe? Spiegati meglio, tesoro» chiese dolcemente la madre mettendo una mano sulla spalla del giovane, come per confortarlo e tranquillizzarlo in modo da farlo sentire più a suo agio. «Non è una richiesta semplice quella che sto per esporvi, ma mi serve il vostro aiuto» il ragazzo dai capelli color glicine si interruppe per un secondo prima di continuare, inspirando con il naso come per inalare una buona dose di coraggio misto ad ossigeno «e dovete sapere che la mia decisione potrebbe avere delle conseguenze.. imprevedibili» Continua... |